Tre gruppi di ricerca (Padova, Siena e Verona) indagano tre monumenti di fondamentale importanza e assai diversi tra loro.
Quali furono le prassi operative che permisero la costruzione delle grandi chiese medievali italiane? Com’era organizzato il lavoro nel cantiere, a partire dagli addetti alle murature fino agli abili maestri lapicidi e a coloro che li coadiuvavano? Quali i costi e le strategie messe in atto per ottimizzarli? Chi contribuiva a sostenere le spese del cantiere? Quando intervenivano i pittori, e da chi erano coinvolti? A queste e ad altre domande cerca di rispondere il progetto “Medieval Churches: Building Site Practices in a Comparative Perspective”.

Una chiesa dell’ordine dei Frati Minori,
un santuario della cristianità, il Santo a Padova.

Una chiesa cattedrale tra le più celebri del tardo Medioevo, il duomo di Siena.

Una fondazione dei monaci benedettini di grande rilievo plurisecolare, San Zeno a Verona.
Il lavoro dei tre team di ricerca ricostruirà alcuni momenti fondamentali della storia dei tre monumenti, sia dal punto di vista architettonico sia del corredo scultoreo e pittorico, posto all’esterno degli edifici come al loro interno. E in particolare indagherà l’organizzazione e i costi dei tre cantieri – un impegno mai affrontato sistematicamente negli studi sulle chiese medievali italiane. Più in dettaglio, saranno al centro dell’indagine dei tre gruppi di ricerca:
- l’organizzazione sinergica del lavoro nel cantiere, dalle prassi operative a quelle gestionali, e il suo modificarsi nel corso del tempo;
- il ruolo eventuale dei capomaestri ;
- i salari dei lapicidi, delle altre maestranze e dei pittori, a seconda dei differenti ruoli nel cantiere ;
- l’interrelazione tra modalità d’organizzazione del lavoro ed esiti sul piano architettonico, del corredo scultoreo e dei cicli pittorici;
- la relazione tra la fabbrica e i lasciti e le manifestazioni di devozione dei laici;
- la funzione dei modelli grafici e dei “campioni” nei processi produttivi di un grande cantiere tardomedievale.
Un tale tipo di indagine poggerà su due pilastri: l’analisi delle evidenze materiali dei monumenti e la ricerca d’archivio, specie nei casi in cui è conservata la contabilità relativa al cantiere e alle maestranze in esso impiegate.
Gli obiettivi del progetto sono plurimi e ambiziosi.
Si avrà la ricostruzione capillare di alcune fasi significative della storia dei tre monumenti. Allo stesso tempo, la mole dei dati che emergeranno permetterà, nel momento focale del progetto, il loro intreccio e la comparazione, al fine di comprendere se si possa parlare unitariamente di “cantieri medievali” (secondo una visione cui tende la pluridecennale storiografia) o se invece esistano delle specificità dei grandi cantieri urbani come quelli delle cattedrali, delle chiese degli ordini mendicanti o di richiamo civico e devozionale. Permetterà di constatare, infine, se emergano caratteri ‘locali’ – ovvero radicati territorialmente – nelle modalità di organizzazione dei cantieri e del lavoro delle maestranze, o se al contrario non si ebbero almeno delle costanti, considerata la natura ‘attrattiva’ dei grandi cantieri e la circolazione delle maestranze.